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INTERVISTA A CARLO RICCI IN ONORE ED IN MEMORIA DEL PROF. ROBERTO MERCALDO

INTERVISTA A CARLO RICCI IN ONORE ED IN MEMORIA DEL PROF. ROBERTO MERCALDO
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Monaco AgneseIl 12 Dicembre si è spento Roberto Mercaldo, grande uomo che ho avuto l’onore di conoscere. La Sua umiltà, cortesia e magnanimità mi ha veramente colpita. Soffriva nel quotidiano a causa della grave malattia che lo aveva colto, ma nonostante ciò aveva sempre il sorriso sulle labbra. Era sempre pronto ad aiutare ed amava il dialogo. A casa Sua erano appesi numerosi quadri, molto belli e singolari. Erano Sue creazioni. Da essi traspariva l’essere del Signor Roberto, una persona dotata di gran cuore ed umiltà. Uomo talentuoso, conoscitore di tante cose e fine dicitore. Proprio per questo vorrei dare uno spazio ampio ad una persona speciale che abbiamo perso su questa terra, ma ritroveremo nell’alto dei cieli. Perché è lì che volano le anime giuste e pure.

A tal proposito vorrei intervistare il prof. Carlo Ricci in merito alla memoria del Sig. Roberto.

Buonasera Signor Carlo, Lei ha condiviso tanti anni con il Signor Roberto, ce ne parli.

Si, con Roberto Mercaldo ho condiviso davvero tanti anni.
12512016_765782980192749_1882737602_nSfogliando un mio vecchio album fotografico noto subito alcune foto scattate insieme e risalenti al 1971; ciò testimonia la mia amicizia con Lui durata ben oltre i quarant’anni. Si è trattata di un’amicizia rinsaldatasi nel tempo, nel rispetto e nella stima reciproca. Lui era di sei anni più giovane. Ricordo che ne aveva 18 mentre io 24 quando ci conoscemmo e quando Egli cominciò a frequentare la mia mini palestra di Cultura Fisica (l’allora nascente “Natural”). In quel periodo, Roberto stava ultimando gli studi presso l’Istituto di “Ragioneria” e sapevo che era abbastanza bravo in tutte le materie. Già allora mostrava d’essere amante del sapere e questo interesse lo ha accompagnato per tutta la Sua vita, fino agli ultimi istanti, quando, essendo impossibilitato a muoversi a causa della malattia, si aggiornava seguendo con attenzione, nelle intere giornate costretto a letto o sulla poltrona, i vari notiziari e documentari televisivi.

E’ stato un amico di “tutti”, conosceva tante persone e con tutte sapeva mantenere un rapporto di cordialità. Era sempre disponibile con gli amici ma anche con semplici conoscenti se gli veniva chiesto un favore.

Dopo il diploma di Ragioneria si era iscritto alla facoltà universitaria di Economia e Commercio dove aveva sostenuto, con successo, parecchi esami ma, a seguito della morte della madre, rimase profondamente turbato e non riuscì, per questo e per altri sopraggiunti motivi, a portare a termine gli studi.

Aveva avuto, da giovane, diversi incarichi di supplenza come docente di matematica presso le Scuole Medie inferiori. La matematica era, tra l’altro, uno dei  Suoi punti forti ed infatti tanti genitori gli affidavano i propri figli per le preparazioni private a casa. Chiedeva, in cambio, solo un modesto compenso nonostante la professionalità che dimostrava.

Aveva militato attivamente, sempre da giovane, assieme al fratello Franco ed al cugino Mario Carofano, in ambito ad un noto partito politico.

Nel 1985 aprii ufficialmente la Palestra “Natural” ed Egli, facente parte dei Soci fondatori, collaborò fattivamente, sin dall’inizio, aiutandomi anche nella conduzione tecnica della stessa, mostrando tanta bravura. Aveva, altresì, notevoli doti atletiche perché riusciva ad eseguire assai bene, in Palestra, diversi esercizi fisici che richiedevano forza ed agilità. Davvero… un “Grande”!

Mi piacerebbe che ci riproponesse qui l’encomio funebre.

Ripropongo con piacere l’encomio funebre, scritto dal Sig. Antonio Pio, fratello della cognata Prof.ssa Rosanna, le cui parole, che penetrano nel cuore, tracciano assai bene il profilo di un Uomo buono, semplice, colto.

Roberto,
nome che nella famiglia Mercaldo-Bello evoca ricordi di atti eroici, di giovane vita immolata per la patria, medaglia d’argento al valore militare (Roberto Bello, zio materno di Roberto Mercaldo, aviere deceduto in guerra per atto eroico).

Roberto Mercaldo, convinto idealista, perbenista, eterno giovane.

Amico sincero e leale, cultore dell’efficienza fisica, con una sensibilità spiccata verso l’arte della pittura.

Su questa terra, ultimamente, hai vissuto il Tuo inesorabile calvario, sempre circondato dagli affetti più cari dei familiari e degli amici sinceri.

Ogni tanto Ti pensavo e ricordavo i felici momenti trascorsi insieme, durante le festività in famiglia.

Immaginare il presente era per me come una sfida; mai avrei potuto pensare che un simile destino Ti avrebbe riservato la vita!

E’ questa un’offesa alla vita ed alla gioia di vivere? …

No! In tale ultimo stato di precarietà, scandito dall’inesorabilità della malattia, sei sempre stato deciso, dignitoso fino all’ultimo abbraccio.

E’ questo il coraggio che hai saputo trasmettere a chi Ti è stato vicino, negli ultimi giorni di questa ultima esperienza terrena.

L’amore per la vita non Ti è mai venuto meno, non Ti ha mai abbandonato!

E’ tutta qui la “Cristiana Sofferenza”.

Hai saputo vivere, non sopravvivere! E’ questo l’atto di eroismo che nell’andar via ci hai lasciato!

Si, l’eterno amore per la vita ed i valori da essa rappresentati: gli amici, la famiglia e la gioia di vivere con dignità, nonostante le avversità.

Riposa in pace! Amen.

Cervinara, 14 dicembre 2015         Antonio Pio

12546063_765783023526078_423396883_oL’amore verso il prossimo e verso gli animali era un “quid” del Sig. Roberto; ci ricordi qualche evento particolare.

Roberto si mostrava rispettoso verso il prossimo in modo davvero singolare, con le persone che già conosceva o che aveva occasione d’incontrare per la prima volta. Era disponibile con chiunque gli chiedesse un favore, in qualsiasi momento.

Io stesso ho beneficiato del Suo aiuto, negli anni, ogni volta che ne avevo bisogno. Vi fu un periodo che, oltre ad aiutare un amico nei lavori manuali, si rese disponibile anche nell’impartire lezioni private di matematica ai suoi figli, al loro domicilio, senza chiedere alcun compenso. Un uomo assai generoso che non chiedeva mai nulla in cambio e che rispettava grandemente gli amici, dimostrandolo anche con il Suo forte braccio che metteva al loro servizio in caso di bisogno.

 

Questi era Roberto Mercaldo!

Amava le cose belle e semplici della vita, senza provare alcun desiderio per le altre.

I Suoi desideri somigliavano davvero a quelli di un bambino, perché il Suo animo era semplice e puro.

Gli eventi che rendono grande l’animo di quest’uomo sono stati tanti e occorrerebbe un libro per elencarli (…).

12571078_765783033526077_1263247200_nQuale resta, più vivo in lei, come ricordo con il Signor Roberto?

Innanzitutto mi rimangono impresse nella mente la Sua giovialità, allegria, affabilità!

Amava moltissimo i cani ed i gatti, per i quali si prodigava, mettendo a disposizione il pochissimo denaro di cui disponeva, per aiutarli in caso di necessità.

Qualche anno fa, infatti, fece fare un intervento chirurgico, costoso, ad una cagnolina. Lo accompagnai più volte, con l’auto, assieme alla Sua bestiolina, dal veterinario, per le terapie necessarie post-intervento. Alla fine del ciclo di cura, tornando in auto dallo studio del veterinario, notai che teneva l’animale tra le braccia, accostato al Suo viso, come se fosse stato un bambino, in un atteggiamento così affettuoso che ne rimasi fortemente colpito. Ricordo che fermai per un attimo l’auto e gli scattai qualche foto, tanta era dolcissima la Sua espressione di affetto e di soddisfazione nel vedere l’animale guarito. Mi disse: “Sono assai contento d’averlo salvato”! Un uomo dal cuore d’oro, più facile a prestare attenzioni per il prossimo o per un animale che verso se stesso.

Questi era Roberto Mercaldo, un uomo del quale è difficile descrivere, in particolare, un evento rimasto tra i più vivi, perché sono moltissimi ed insieme si affollano nella mente, tutti di una semplicità disarmante che denotano un animo generoso, leale…!

Lei è stato fino all’ultimo vicino al caro Roberto, ha condiviso gioie e dolori con Lui. Cosa vorrebbe dire in merito di questa splendida persona e cosa ne pensa della Sla? Perché e quanto è importante la ricerca? Grazie di cuore!

Ho cercato di essere il più possibile vicino a Roberto, nell’ultimo periodo della Sua vita ed ora provo il forte rammarico di non esserlo stato abbastanza. Egli sentiva un impellente bisogno della vicinanza di persone a Lui care; aveva bisogno di chi lo confortasse, di chi gli facesse dimenticare, per un po’, la brutta malattia che l’opprimeva, di chi gli regalasse, soprattutto, compagnia ed affetto (la medicina più efficace!).

Con Roberto ho condiviso, negli anni, tanti momenti, buoni e meno buoni; quelli buoni o felici erano fatti, unicamente, di semplicità, nient’altro! In ogni caso, posso dire di non averlo mai sentito esprimere lamentele in merito alla Sua vita non certo facile. Egli, da tanti anni, viveva da solo, essendo rimasto tale sin da quando aveva perso i genitori che aveva amato tantissimo; poi aveva sempre ricevuto l’aiuto concreto da parte del fratello Franco. Nel periodo triste della malattia era assistito dal badante 24 ore su 24, con il quale viveva, continuando a ricevere l’aiuto del fratello e della cognata Rosanna, residenti ad Avellino ma presenti quasi giornalmente, a casa Sua, per offrirgli il loro valido sostegno ed amorevole conforto.

Era felicissimo ogni volta che li vedeva arrivare a casa, così com’era felice nel vedere, tutti i giorni, la cugina “Raffelina” che gli ha donato tantissimo amore e disponibilità nell’ultimo periodo della Sua vita. Tanto brava, con Roberto, è stata anche la cugina Anna, vicina di casa e la gentilissima Caterina Picca che, al suo lavoro di terapista, affiancava tanto amore, che Roberto gradiva moltissimo.

12528509_765782990192748_1534207058_oHo riservato un “Memorial” dedicato all’amico Roberto, in ambito ai Campionati Regionali di Sollevamento Pesi che si terranno nella mia Palestra domenica 24 alle ore 09:30, con la presenza delle Autorità comunali, dei parenti, degli amici più cari e degli atleti partecipanti alla competizione sportiva. L’evento, già importante perché valido per la qualificazione ai Campionati Italiani, lo sarà ancora di più essendo un “Memoriale” dedicato ad una persona amante di questo Sport e che ha sempre vissuto con umiltà e lealtà!

Cosa ne penso della Sla? Quando il mio amico Roberto l’aveva contratta, anzi quando si è capito che si trattasse di questa, ci si è resi subito conto della gravità del male di cui, purtroppo, era rimasto vittima.

La Sla (sclerosi laterale amiotrofica) è la “malattia dei motoneuroni” ed è caratterizzata dall’atrofia muscolare evolutiva. I sintomi iniziali possono manifestarsi in modo diverso in più pazienti. Il mio amico cominciò ad avere, sempre con maggiore frequenza, i crampi alle mani ed agli arti, poi cominciò ad avere difficoltà nella deambulazione ed a perdere forza prima nelle mani, poi agli arti, fino alla completa impossibilità di camminare e di reggersi in piedi. Successivamente la malattia aveva attaccato i muscoli deputati alla fonazione, per cui, progressivamente, aveva perso anche l’uso della parola. Una situazione davvero terribile che il mio amico ha saputo affrontare con grande dignità e coraggio, degno di un grande “eroe”, come giustamente lo definisce, innanzi, il Sig. Antonio Pio nel Suo encomio funebre.

Avevo stampato, per Lui, l’alfabeto su un foglio, per agevolarlo a comunicare. Gl’indicavo le lettere una ad una e quando lui annuiva, la scrivevo fino ad ottenere la parola che intendeva dire.

Era completamente impossibilitato a muoversi ed a parlare ma, con la Sua grande intelligenza, riusciva a comunicare anche soltanto con l’espressione del volto o degli occhi e nonostante ciò, riusciva a regalare un sorriso fantastico a chiunque!

Notavo, stranamente, tutte le volte che gli facevo visita, che il Suo volto era sempre sereno, come illuminato da una luce paradisiaca.

“Credo di non sbagliare nell’affermare che si può vedere il volto di nostro Signore attraverso quello sofferente degli esseri umani…”!

Diverse volte, rendendosi conto della triste realtà si rammaricava, mostrando rassegnazione e, commuovendosi, torceva il labbro inferiore ed il mento lasciando scivolare facili, sulle guance, le lacrime, che io asciugavo.

Mi sforzavo di non versarle a mia volta; spesso, però, non riuscendoci, mi nascondevo dietro di lui ed accarezzandolo o facendo finta di massaggiargli il collo, piangevo con Lui, in silenzio, alle Sue spalle.

Non potrò mai dimenticare le ultime lettere dell’alfabeto, drammatiche, che mi ha fatto scrivere, quella sera del 12 Dicembre: “Sto mo……” mi sono fermato alla lettera “o”… mentre Lui, annuendo con la testa ché avevo inteso correttamente, iniziò a piangere, facendomi capire che non c’era più nulla da fare. “Chiamo il 118?” gli chiesi, “No!” mi rispose deciso con il gesto della testa. Allora, inginocchiandomi davanti a Lui, ch’era seduto sulla poltrona, l’ho abbracciato, non riuscendo, però, a trattenere le lacrime (…).

Meno di un’ora dopo, nonostante il soccorso degli abili Operatori del 118, il Suo cuore aveva cessato di battere a seguito di una crisi respiratoria.

 “Così… se n’andò in pace l’anima contenta”, per raggiungere la luce del Signore!

Non esiste, al momento attuale, una cura specifica per questa malattia; si può ricorrere solo alle cure fisioterapiche, con tutte le manovre utili che possano consentire, nel migliore dei modi, il mantenimento delle varie funzioni. Questo lo vedevo fare, con abile maestria e soprattutto con Amore verso Roberto, dalla terapista prima citata.

La “Sla” è oggi, purtroppo, una malattia fatale, che evolve, a seconda dei casi, velocemente o più lentamente, attaccando, in modo inesorabile, i motoneuroni fino ad inibire la trasmissione dei segnali nervosi ai muscoli. Quindi, questi ultimi, non ricevendo più alcun “impulso”, si atrofizzano progressivamente, rendendo impossibile qualsiasi movimento, anche quello della parola, della masticazione, e da ultimo quello della respirazione.

Una malattia davvero orribile che, a guisa di una raffica di vento, ha portato via, in un attimo, una persona grandiosa, indimenticabile, di cui io, e non solo, ne sentirò moltissimo la mancanza!

La “Ricerca”, in questo campo, è molto importante, e lo Stato dovrebbe attivarsi maggiormente per favorirla, considerato che, pur essendo una malattia rara, negli ultimi tempi sembra stia espandendosi.

Al riguardo alcuni ricercatori americani hanno fatto delle scoperte ma si è ancora lontani dal trovare una cura farmacologica certa.

(SLA – Stralcio da Internet)

La terapia, al momento, è rivolta solo per alleviarne i sintomi e rallentarne l’evoluzione. Bisogna, in ogni caso, coinvolgere diversi specialisti: neurologo, pneumologo, fisioterapista, psicologo, gastroenterologo, dietologo, infermiere professionale. Al paziente deve essere fornita una corretta terapia sintomatica, oltre all’assegnazione delle necessarie apparecchiature, utili ad alleviare i sintomi della malattia ed a consentire una migliore qualità di vita. 

Attualmente viene assegnata agli ammalati una sola medicina, chiamata ‘Riluzolo’, L’indicazione registrata del ‘Riluzolo’ è il ‘prolungamento della sopravvivenza senza tracheostomia’. 

Il costo di questo medicamento per un anno di cura corrisponde ad una cospicua somma (il Centro Ricerche di Napoli, di seguito indicato, lo fa avere gratuito a diversi pazienti). Il trattamento va iniziato il più presto possibile, per avere dei risultati utili al fine di un miglioramento. Si tratta, però, di un medicinale rischioso per il fegato ma, considerata l’estrema necessità, credo che varrebbe la pena tentare, ovviamente sotto stretto controllo dello Specialista e con attenti controlli ematici.

Nonostante siano stati registrati, con questo medicinale, dei risultati parzialmente positivi, non esiste, ad oggi, alcuna cura certa per il fatto che la malattia si manifesta in modi diversi ed ogni paziente reagisce in modo diverso allo stesso farmaco. 

La soluzione valida, ovviamente, si otterrà solo quando due malati guariranno con lo stesso medicinale e protocollo di cura.

Bisogna incoraggiare, in ogni caso, il lavoro dei Ricercatori! Attualmente, in Campania, vi è la nota e bravissima Prof.ssa Maria Rosaria Monsurrò che coordina, a Napoli, presso il 2° Policlinico, un Centro in questo contesto, affiancata da un team di abili professionisti, come il giovanissimo dott. Giovanni Piccirillo. Il loro lavoro mira, innanzitutto, a suggerire, ai malati di Sla, delle terapie che possano alleviare, in qualche modo, le sofferenze, migliorando la qualità della vita dei pazienti. La speranza, in ogni caso, secondo il mio punto di vista, non deve mai venire meno, né al malato, né ai familiari; perciò è importante, in questi casi, anche l’intervento dello psicologo!

Attualmente esiste una “normativa di legge” che favorisce l’assistenza necessaria ai malati di “Sla” o di altre malattie rare; ma da quanto ho visto personalmente con il mio Amico, si tratta di una legge che necessiterebbe di opportune modifiche o di una migliore applicazione da parte degli Operatori, non solo, ma urge anche l’esistenza di Strutture Sanitarie idonee.

Ho avuto la triste esperienza, recentemente, di accompagnare Roberto, assieme al fratello Franco ed alla cugina Raffelina Mercaldo, con l’Autoambulanza, presso una nota Struttura Ospedaliera ma, una volta lì, essendoci accorti da subito che la predetta Struttura era completamente inidonea ad ospitare pazienti di questo genere, abbiamo dovuto provvedere a far riportare immediatamente a casa il carissimo Roberto.

Questa ulteriore, gravissima sofferenza, che ha dovuto patire Roberto e che si sarebbe potuto benissimo evitare, era stata ritenuta obbligatoria dagli Specialisti addetti, per fargli ottenere il certificato di “malattia rara” e quindi poter accedere ai benefici di legge, che purtroppo il mio Amico non ha avuto neanche il tempo di beneficiarne!

Ti ringrazio, Cara Agnese, per avermi offerto la possibilità di parlare, in questa pregevole Sede, di una persona straordinaria che per me è stata molto più che un Amico e perciò continuerà a vivere nei miei ricordi più belli !

Carlo Aniello Ricci

Un sentito grazie al Prof. Carlo Ricci.

Agnese Monaco

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