
“Il Sindaco ha la facoltà di convocare il Consiglio comunale, perciò, anziché fare chiacchiere, dia il buon esempio per alzare il livello del dibattito, portandolo all’attenzione e nelle competenze del legittimo organo collegiale e non solo sulla stampa”.
Controreplica quella che giunge dal consigliere comunale di opposizione Giuseppe Maltese.
Una controreplica che ha come destinatario il Primo Cittadino Vincenzo Falzarano.
“Altro che strumentali e personalistiche polemiche tra le opposizioni. Il cattivo pensiero è del malpensante! Nessuno è contro qualcuno e non è la decadenza in discussione, come invece vorrebbe fare intendere il Sindaco.
La questione è molto più ampia e grave.
È in ballo la delegittimazione del Consiglio comunale da parte del Sindaco, avocando a sé le competenze dell’Organo collegiale ed archiviando la questione illegittimamente, senza la dovuta chiarezza e la necessaria trasparenza. L’interpretazione delle sentenze e della più ampia giurisprudenza lasciamola ai Giudici.
“PORTI LA QUESTIONE IN CONSIGLIO COMUNALE”
Loro hanno capacità di approfondire atti e fatti che il Comune non ha.
A quest’ultimo – ancora Maltese – spettano le azioni discendenti dalla Legge, dallo Statuto e dai Regolamenti vigenti e, nella fattispecie, verificare se sono occorse tre assenze continuative ed ingiustificate e procedere come per legge. Piuttosto, della questione avrebbe dovuto
accorgersene per tempo il Presidente del Consiglio comunale e non i consiglieri.
Il Sindaco, non solo ha voluto incomprensibilmente chiudere velocemente ogni discussione ma lo ha fatto nel peggiore dei modi, impedendo al Consiglio comunale di potere esercitare le proprie legittime funzioni democratiche, procedendo all’archiviazione d’ufficio del procedimento, nonostante l’interessamento del gestore telefonico, del quale non conosciamo gli esiti, la cui esigenza evidenzia già di per sé un dubbio nel procedimento amministrativo che il Sindaco non ha provveduto a dirimere né a spiegare.
La questione è perfettamente inquadrata nell’articolo 12 comma 3 dello Statuto comunale, che prevede la chiara competenza del Consiglio comunale, ma il Sindaco ha voluto risolvere tutto nella sua stanza annullando ogni dibattito.
E poi esorta gli altri ad alzarne il livello!
Porti la questione in Consiglio comunale e non lasci che lo facciano i consiglieri di minoranza, a meno che non abbia già pronta un’altra antidemocratica pregiudiziale.
Rimane vivo l’auspicio che il Sindaco revochi il suo provvedimento illegittimo di archiviazione d’ufficio, la cui sgarbata brutalità mortifica ed offende in maniera grave l’autonomia del Consiglio comunale e, con essa – la conclusione – la democrazia ad Airola”.