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Montesarchio, si attende bando randagi

Montesarchio, si attende bando randagi
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Ancora non c’è il bando finalizzato alla individuazione di un nuovo soggetto cui affidare il servizio di ricovero, custodia, cura e mantenimento dei cani randagi accalappiati sul territorio comunale di Mintesarchio nonché  quello di smaltimento delle carcasse.
L’Ente comunale guidato dal Primo Cittadino Carmelo Sandomenico, infatti, ha prorogato di ulteriori due mesi l’appalto in capo all’attuale soggetto detentore.
Ciò nelle more della chiusura della procedura di gara come da indirizzo venuto dalla Giunta comunale lo scorso mese di Maggio alla luce della scadenza contrattuale della prestazione in questione fissata al 15 Giugno. Il nuovo gestore che emergerà dalla gara dovrà gestire il servizio “per mesi dodici, salvo eventuale rinnovo”.  Come prima accennato, il nuovo rapporto prevede l’impegno nella dedicata voce del Bilancio di una somma pari a 180.000 euro (circostanza dalla quale si desume, quindi, la necessità di dover gestire un qualcosina come 200 esemplari).
All’Architetto Alfonso Petillo di Palazzo San Francesco, pertanto, è stato demandato l’incarico di porre in essere tutte le attività necessarie, di avviare la procedura di affidamento ed al Responsabile dell’Area finanziaria di predisporre tutti gli atti finanziari di propria competenza.
Tuttavia, il bando ancora non è stato sfornato così si è dovuto procedere ad una ulteriore proroga tecnica per garantire comprensibilmente la continuità nel servizio.

LA STRADA DELL’ASSOCIAZIONISMO

Al di là di questo aspetto, tuttavia, e come già più volte sottolineato dalla nostra testata, risulta evidente come questa linea degli affidamenti ai canili convenzionati non possa essere quella vincente.
La strada obbligata, per il benessere delle bestiole – che, di fatto, all’interno delle strutture convenzionate sono costrette a vivere in gabbia – e per il benessere delle casse dell’Ente è e resta quella del dialogo con l’associazionismo. Sostenere quest’ultimo, attraverso dazioni estremamente meno corpose, il tutto integrato in una strategia di contrasto al randagismo con gli Organi preposti (Asl) che non sia occasionale ma perdurante rappresenta la strada praticamente obbligata.
Un paio di anni addietro venne abbozzato un discorso con gli ottimi giovani di Mabello, discorso che è poi scivolato nell’anonimato.
L’unica nota positiva il rapporto “solo” annuale che fa sperare come in questi dodici mesi l’Ente possa magari ragionare su soluzioni alternative ad ora obiettivamente non praticabili stante l’esiguità di tempo intercorso dall’insediamento.

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