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Airola, caso scuole: Borriello scrive a Matera

Airola, caso scuole: Borriello scrive a Matera
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“Desidero anzitutto scusarmi con Lei nel chiederLe di dedicare qualche minuto del suo tempo per seguire con attenzione la mia preoccupazione ma credo quella di tanti genitori come me, per il futuro e ahimè il presente della scuola ad Airola”. Inizia così lettera aperta indirizzata al Senatore Matera da Raimondo Borriello al fine di attenzionare il medesimo sulla questione relativa alle infrastrutture scolastiche airolane.
“Ho ascoltato con apprezzamento – prosegue – le sue parole in campagna elettorale “i nostri giovani meritano possibilità di formazione e di lavoro pari a quelle dei coetanei del Nord Italia, la nostra gente chiede centralità”.
Ma nel constare con amarezza, quanto comunicato dal Sindaco del Comune di Airola in merito agli interventi infrastrutturali riguardanti l’I.C. Padre Pio in continuità con i lavori già in essere dell’ abbattimento e ricostruzione dell’I.C. Vanvitelli, duole dover rappresentare tutto il nostro dissenso e forte preoccupazione sulla mancata opportunità di mediazione sociale e soprattutto il fallimento nella ricollocazione “spezzatino” già avvenuto per la scuola media che ha reso “fragile e incompleto” il fare scuola ad Airola.

IL MESSAGGIO

I ragazzi – prosegue Borriello – hanno bisogno dei servizi educativi per studiare, per fare sport, per le relazioni, gli hobbies, per riappropriarsi della vita schiacciata dalla pandemia.
Abbiamo sostenuto uno sforzo notevole nei mesi appena trascorsi, ora è tempo che chi di dovere adotti le soluzioni adeguate senza drastiche penalizzazioni (soluzioni che, tra l’altro, dovrebbero già essere state programmate fin dal momento della presentazione della richiesta di ottenimento del contributo pubblico.
Ma tant’è!!).
La scuola, come il territorio, è comunità educante, luogo interiore e rassicurante di crescita emotiva, cognitiva, affettiva e relazionale in una società inclusiva. In una prospettiva laica, l’unico futuro che abbiamo è rappresentato dai nostri figli. Vorremmo che qualcuno dia delle spiegazioni, ci dica perché i nostri figli, dopo aver sopportato sequestri, sballottamenti e pandemia non possono sperare di proseguire il loro percorso di studi in maniera identica a quello degli altri coetanei italiani.
Resteremo sempre cittadini di serie B?

È giunta l’ora di dare un segnale di risveglio e una speranza a tutti i cittadini del futuro.
La Scuola pubblica è e deve restare un luogo di formazione sicuro, contribuendo, in maniera determinante, alla crescita fisica, culturale e psicologica dei cittadini di domani.
Nessuna Comunità può crescere laddove, per tutti – la chiusura – il ruolo dell’istruzione non sia centrale e non sia pienamente tutelato e garantito”.

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