
Appuntamento capitolino per l’occasione data dal 174esimo anniversario della Repubblica Romana del 1849. È quello che si è sviluppato presso l’Aula Calasso – Facoltà di Giurisprudenza della Università di Roma “La Sapienza”, teatro del convegno “La Repubblica romana del 1849 e la sua costituzione”. Tra i relatori l’avvocato santagatese Luigi Razzano, Direttore dell’Istituto storico del Risorgimento, delegazione sannita. “Perché questa presenza? – osserva Razzano – Perché Benevento , nel 1848, non era estranea allo Stato Pontificio, dove di fatto e di diritto s’insedia la Repubblica romana retta dal Triumvirato Mazzini Armelli e Saffi, era appunto Enclave pontificia, geograficamente collocata all’interno del Regno delle due Sicilie e non era estranea ai moti politici che la generarono. L’Enclave è una parte di territorio, completamente chiuso all’interno di uno Stato, ma che giuridicamente, politicamente e storicamente fa’ parte di un altro Stato. Questa era la città di Benevento a quei tempi. Per otto secoli, siamo stati parte dello Stato Pontificio, per questo ci raccontano come una Città papalina, nel senso retrivo del termine, ma per gli stessi motivi siamo stati parte della Repubblica Romana, uno dei momenti più gloriosi del Risorgimento Italiano”. Un ragionamento cge riguarda lo status giuridico, non la partecipazione attiva alla determinazione di quella condizione politica. Su questo aspetto, però, il legale sannita osserva
L’INTERVENTO
“Neanche questo è vero fino in fondo, dalla Rivoluzione Francese in poi la gran parte delle guerre, sono anche guerre civili e la Repubblica Romana, non sfugge a questa definizione. Il Papa, abbandona Roma e si rifugia a Gaeta, la Repubblica s’instaura di fatto e di diritto nello Stato Pontificio. A Benevento, come nel resto dello stato, era presente una nutrita cellula di “Mazziniani” e questi vanno a Roma, vanno in prima linea, prima linea militare, ma anche politica. Il lascito politico della RR è enorme, lascia il tricolore bianco rosso e verde, come simbolo dell’Italia , lascia l’inno d’Italia, composto da Mameli, combattente della Repubblica, lascia una Costituzione , cui la costituzione della Repubblica Italiana del 1948 è in larga parte debitrice”. I lavori sono stati introdotti dai saluti di Eugenio Gaudio, Presidente della Fondazione Roma Sapienza, mentre l’assise è stata presieduta dal professore Franco Vallocchia, Vicepreside Vicario della Facoltà di Giurisprudenza della medesima Università. Il discorso introduttivo invece, è stato tenuto da Antonello Folco Biagini, Magnifico Rettore dell’Università Unitelma Sapienza. Razzano, da parte sua, ha ricordato il convegno organizzato l’anno scorso a Benevento per i 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini, contesto nel quale Vallocchia ebbe ad illustrare i moti della Repubblica e le imprese del Battaglione universitario romano. I legame politico con Benevento è presto detto.
Alcuni beneventani – si avvia a concludere Razzano – parteciparono agli scontri presso Porta Portese e Porta San Pancrazio come Salvatore Rampone, figura ben nota del Risorgimento beneventano, ma anche Federico Torre, che ebbe la Medaglia d’oro al valore militare per i suoi atti e nelle ultime ore della Repubblica, prima che i Francesi occupassero il Campidoglio, ricoprì la carica di Ministro della Difesa della Repubblica romana, una delle cariche più importanti subito dopo quella dei Triunviri, Mazzini Armellini e Saffi. In definitiva se siamo stati papalini, nel senso più antiprogressista del termine, siamo stati anche un pezzo importante della punta più progressista del Risorgimento Italiano”.