
Confermata la sentenza d’appello.
E, ora, per D’Angelo non vi sono più speranze processuali.
La Corte di Cassazione, massimo grado di Giudizio, ha ribadito la condanna a venti anni per il duplice omicida di Durazzano. Venti anni, quattro dei quali già scontati, con fine pena prevista, quindi, nel 2039.
I fatti sono drammaticamente noti.
Era il 31 Marzo 2019 quando il 56enne durazzanese Francesco D’Angelo uccise a colpi di fucile Mario Morgillo, 68 anni, e il di questi genero, Andrea Romano, 49 anni, entrambi di Cancello Scalo.
Entrambi raggiunti dai colpi esplosi dal durazzanese con un fucile da caccia calibro 12, illegalmente detenuto.
Morgillo, in particolare, attinto all’avambraccio destro e all’emitorace sinistro mentre il più giovane in zona lombare.
D’Angelo che si era poi allontanato dal luogo dell’omicidio prima di essere rintracciato dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri.
Un episodio che ebbe a scuotere, comprensibilmente, l’opinione pubblica e la tranquilla Comunità sannita, mai ritrovatasi al centro di cronache si tanto drammatiche ed eclatanti.
L’INCIDENTE STRADALE
Quel duplice omicidio sembrerebbe essere venuto a culmine di un paio di anni di tensioni innescate, parrebbe, da un sinistro stradale che lo stesso D’Angelo, nell’Aprile del 2018, avrebbe avuto con un congiunto delle due vittime – oggi detenuto per altre motivazioni.
Un biennio che sarebbe stato caratterizzato anche da altri scontri, sempre come fu ricostruito dagli inquirenti, quale uno avutosi poco tempo prima in un bar di Durazzano.
Di D’Angelo, si ricorda, già si era parlato pochi giorni addietro in relazione ad un altro filone processuale, aperto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che lo vedeva, però, in quella sede coinvolto come parte lesa e collegato al già menzionato evento del sinistro stradale.