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Dopo Sant’Agata, nuovo Centro antiviolenza a Montesarchio

Dopo Sant’Agata, nuovo Centro antiviolenza a Montesarchio
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Sarà inaugurato nella giornata di Sabato 18 Febbraio il Centro Antiviolenza denominato “La voce delle donne”.
La sede è stata allocata a Montesarchio, alla via Tito Minniti numero 21.
Il Centro, autorizzato ed accreditato dall’Ambito B03, è il secondo  presente sul territorio della Valle Caudina e limitrofi. L’ulteriore Centro è ubicato, infatti, a Sant’Agata de’ Goti ed è già operante da diversi anni.
In entrambi i casi, l’ente gestore è la Cooperativa sociale I-Care, sodalizio che è in possesso dei necessari requisiti prescritti dalla normativa di riferimento per lo svolgimento dei servizi offerti dal Centro antiviolenza.
Un ulteriore presidio che viene a puntellare il territorio ponendosi come possibilità di concreta salvezza per le donne che si trovano a versare in condizioni di grave disagio.
Come le decine che hanno già ricevuto supporto e riparo nella struttura di Villa Fiorita, sede del riferimento saticulano. Drammatici sono i numeri connessi alla violenza di genere, restando a quelli che sono i casi conclamati.
A quest’ultimi si affiancano, infatti, quelle casistiche che restano nel sommerso, per i più svariati motivi – spesso riconducibili a questioni di pudore sociale.

NUMERI DRAMMATICI

Ed anche le nostre realtà, dietro una parvenza di quiete e normalità, celano situazioni alquanto complicate.
Fenomeni di violenza sono più prossimi a noi di quanto si posda ritenere.
Molte delle donne che fruiscono dei benefici dei Centri antiviolenza, inoltre, giungono anche con figli minori che vengono avviati nelle locali scuole potendo misurarsi con un contesto di piena normalità.
L’apertura di questo ulteriore presidio è un ulteriore crescita in termini di civiltà per il territorio tutto.
E sempre più, si auspica, ne potranno aprire.
Sempre più possano essere le ancore di salvezza per tante donne costrette a convivenze di violenze e di dolore.
Atteso come la stragrande maggioranza di episodi critici a danno delle donne si consumino proprio negli ambienti di famiglia.

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