Cervinara|San Gennaro, la Marchesal Corte e San Nicola nel 1655

di Angelo Marchese | (terza parte) – Caminando per la sudetta strada publica per distanza di mezzo miglio, si trova il Casale detto li Ferrari, Ii Toija, iI Viarduni (attuale Ciarduni o Licciarduni), Fimiuni (attuale Simeoni), Maitolari (Maj e Telari), li Piccoli, li Mazzoccoli, Vircoli, li Zulli, Mari (Marri), Rivieli (Ravieli derivante da Graviele=Grabiele), li quali Casali stanno poco distante uno dall’altro, le abitazioni sono basci e camere fabricate di pietre vive, coverte con tetti, divise da strade larghe, nelli quali vi sono commodità di acque che scendono dalle Montagne superiori, con commodità de giardini, ortolitij, arbusti. In essi abitano persone civili Oratio e Cola Piccolo, Agostino Piccolo, Sebastiano Pallotta, Giuseppe Semione, Domenico di Staso, Oratio Marotta, Andrea Marino, Giovanni Battista Gabriele e Giuseppe Cerillo, Michelangelo Clemente, Giovanni Battista Verruso, Giovanni d’Uro, Filippo Gabriele, oltre li Preti, e li restanti sono persone faticatori, e per loro comodità vi è la Poteca lorda la quale sta nel Casale dello Ferrari, et il Furno nel detto Casale dello Toija. E il Palazzo della Marchional Corte, il quale tiene un bello largo avanti dal quale per uno intrato si entra in detto Palazzo coverto con lamia.
Alla destra si entra ad una stalla coverta con lamia capace per vinti, da essa per una sciulia si cala ad uno camerone coverto con lamia per comodità di paglia. AIla sinistra di detto intrato si trova una graduata di fabrica con grande di pietre vive, per la quale si ascende a uno quarto di una sala e cinque camere con I’aspetto al cortiglio e giardino; dall’ultima per scalantrone si ascende alli suppinni, sotto di detta sala vi è la camera del tinello, cocina, con quattro altre stanze in piano del cortiglio, le quali sono le stanze rimaste del Palazzo vecchio.
Ritornando nel detto intrato, dal quale si esce al cordiglio grande murato intorno, nel mezzo è Ia Fonte de acqua viva che cala dal Castelio vecchio, e viene per intofolatura; all’incontro è la porta del giardino, alla sinistra sono le stanze terrene riferite, accosto è la bocca del puzzo, accosto detta bocca è una Fonte di marmo bianco. E dalla destra di detto cortiglio si trova la gradiata di fabrica a sogello ingradata di pietre vive; appresso detta grada per sotto di essa si cala, e si trova alla sinistra una stanza grande coverta con lamia, ed alla destra sotto detta grada si và ad un cellaro lungo coverto con lamia, in testa tiene la porta che risponde al giardino. Seguitando per detta gradiata nel primo ballaturo si trova un appartamento di cinque camere coverte con lamie. Continuando per detta grada, si trova l’appartamento maggiore di una sala grande con cinque finestre alla strada e tre al cortigÌio, nel quale è un friso di pittura affresco, coverta con intempiatura repartita di quadri sfondati scorniciati; al lato di detta sala è uno camerino per riposto. Alla sinistra di detta sala si trova un’anticamera con tre finestre, due alla strada e una dentro il giardino; appresso sono tre camere con le finestre al detto giardino; dalla seconda camera si entra ad uno camerone grande con le finestre al cortiglio e giardino. Tutte le dette stanze sono con intempiatura di legname scorniciate ripartite de quadri. Da detto camerone per scalandrone si cala ad altro camerone dove sono li lavatorj et altre commodità, e per detto scalandrone si ascende ad altre stanze sopra, ed alli soppindi. Ritornando in detta, dalla destra sono altre due camere; talché tutte dette stanze riferite sono tutte fabriche nuove guarnite con pietre di tagli, porte e finestre scorniciate, ed ogn’altri ornamenti, le quali abitazioni nove sono spesi ducati quindecimila in circa. Da detta sala e anticamera si gode detto largo avanti detto Palazzo con territorj piani, e per distanza di mezzo miglio, e poi principiano Ie Montagne di mezzogiorno e ponente.
E dalle dette camere si gode la Terra di Airola, Montesarchio, ed altre Terre convicine con vista terminata di territorj piani, di giardini ortolitij, arbusti, colline e montagne, per distanza de quattro miglia incirca da tre parte, Levante, Tramontana e Ponente. Ritornando in detto cortiglio, si entra nel giardino grande murato intorno, ripartito da strade lunghe con Ie spallere di busso, dove sono pergole, fruttato di tutte sorti di frutti.
Ad un lato di esso vi è un luogo coverto a tetto, dove sono due tinacci, uno lietto di vinacciaro accosto, et un’altra porta per la quale si può intrare in detto giardino dalla parte della strada per non intrare dal detto cortiglio. Accosto il detto Palazzo vecchio, vi è un altro giardinetto murato intorno, il quale serve per uso di Palazzo quale tiene l’intrata dalla detta camera delli lavatorj. Accosto d’esso, e proprio nella fronte della strada vi è un’altra casetta della Marchional Corte, dove abita il Governatore, la quale consiste in uno intrato coverto, e per grada di fabrica si ascende ad uno appartamento di tre camere ed uno camerino; alli lati di detto intrato sono due camere appresso e uno bascio accosto, ed un altro a tetto, dove sta lo Ferraro che serve il Palazzo. In detta strada all’incontro il detto vi è un’altra casa, dove sono quattro Poteche con quattro camere sopra, nelle quali si entra dal cortiglio grande, dietro dette Poteche, e per loro commodità.
AIl’incontro detto Palazzo vi è la Chiesa Arcipretale Parocchia di detta Terra, fundata sotto titolo di S. Gennaro, la quale è una Chiesa grande a tre Nave, Ia maggiore coverta con tetto e le due laterali coverte con lamie. In testa è l’Altare maggiore, con custodia piccola indorata dove assiste il Santissimo, dietro è Coro e Sacrestia alla nave destra, e la Cappella del Corpo Domino con cona bellissima di pittura sopra tavola, confraternita guarnita di legnami indorati e torchino; e nella nave sinistra sono dui Altari privilegiati, uno di S. Jacovo e l’altro del Salvatore, con Fonte Battesimale; tiene I’apparati di cinque colori, tre Calici, una Croce, ingensiero di argento, pallio, standardo.
Nella quale vi è una statua di S. Gennaro di rilievo indorata, vi sono due braccia con le reliquie, uno delli Compagni di S. Gennaro e l’altro di S. Vincenzo martire.
Vi è il campanile antico, dove sono due campane. Viene servita dal suo Arciprete Don Angelo Sapio, con un altro Sacerdote e sei Clerici. In virtù di fede fatta da detto Arciprete, dice essere in detti suoi Casali, tenimenti di detta Parocchia, Anime di Communione tra uomini e Donne numero 270, ed in capace tra figlioli e figliole numero 150 in circa.
Poco distante si trovano li Casali, Goffreda, Santo Paolino, Pantanaro, li Moscati, e parte del Castello vecchio, li quali stanno divisi uno dall’altro. Le abitazioni sono basci e camere fabricate di pietre vive coverte con tetti, vieneno divise da strade piane, tieneno le loro comodità d’acque fresche con giardini ortolitij et arbusti; dell’abitanti ne sono persone civili, e faticatori.
Et per quello che spetta al Spirituale, vi è la Parocchia di S. Nicola, la quale è a due Nave, parte coverta con lamie e parte con tetti. In testa è l’Altare maggiore con custodia indorata dove assiste il Santissimo, sopra e cona di S. Nicola, S. Marco e Io Spirito Santo dl buona pittura. Alla sinistra è una Cappella sfondata con S. Giuseppe, appresso è la Cappella di S. Antonio e S. Francesco.
NeÌla Nave destra vi è I’Altare con cona della Santissima Concezione di buona pittura, Fonte Battesimale, vi sono I’apparati con dui Calici, palio, standardo e Campanile con due campane grandi. Viene servita dal suo Paroco Don Pietro Verruggio con un altro Sacerdote e cinque Clerici, oltre il Conjugati, li puo rendere annui ducati sessanta in circa, e per fede fatta da detto Parrocchiano sono Anime di Communione tra uomini e Donne numero 150, et in capace numero 220 tra figlioli e figliole.
All’incontro detta Chiesa, seu Parocchia, vi è il Molino della Corte a una macina e sotto di esso è un altro Molino, li quali Iavorano dell’acque che scendono dalle Montagne sotto la Torre vecchia.
Distante dal Casale delli Ferrari mezzo miglio si trovano li Casali di Valle, Casale di Pantano, Marotta e Battaglia, li quali stanno poco distante uno dall’altro. … (segue)
Angelo Marchese
(seconda parte – http://www.usertv.it/2016/09/20/cervinara-nel-1655trescine-san-potito-e-san-marciano/)
(prima parte – http://www.usertv.it/2016/09/15/i-salomoni-di-cervinara-in-una-descrizione-del-1655/)